La figura di Abramo è importantissima perché con lui, Dio, inizia la storia della salvezza. Lui è considerato il padre e il fondatore della nazione ebraica e dell’ebraismo. E’ il primo patriarca. La caratteristica principale è la sua obbedienza, sottomissione e fedeltà a Dio. Visse intorno al 2000 avanti Cristo. Abitava la città di Ur in Mesopotamia che significa in mezzo a due fiumi: il Tigri e l’Eufrate in una pianura fertile. Ricevette una chiamata da Dio che lo invitò ad abbandonare tutto e dirigersi verso una località ignota. Si incamminò, fidandosi di Dio, con sua moglie Sara, il padre Terach e suo nipote Lot. Dopo qualche anno di permanenza in Carran, dove suo padre morì’, si diresse a Canaan. Era un ricco e prosperoso pastore nomade.
Dio stipula con Abramo un’alleanza e gli promette una grande e prolifica discendenza numerosa come “le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare”. Ma sua moglie, Sara, era sterile e ormai avanzata in età. Nonostante tutto Abramo comunque credette in Dio e si fidò di Lui. Difatti nacque Isacco, il “figlio del sorriso”, ma Dio, imprevedibilmente, gli chiede di sacrificarglielo. Ed Abramo si mostrò disposto ad abbedirgli. Difatti lo conduce con sé nel territorio di Moria su di un monte pronto ad immolarlo. Ma la mano di Dio, attraverso un angelo, lo ferma. Dio apprezzò molto la fedeltà di Abramo capace finanche di sacrificargli il suo unico figlio tanto desiderato ed atteso. Allora gli rinnova la promessa della numerosa discendenza. Poi Abramo si stabilì ed abitò a Bersabea. Dopo la morte della moglie Sara la seppellì nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre.
Nella Bibbia, oltre che nel libro della Genesi (capitoli 11-25), si parla diffusamente di Abramo anche in altri passi, ma soprattutto: negli Atti degli Apostoli (7,2-8). E’ Stefano che, in occasione di un discorso, presenta la sua figura e la sua storia. Ma anche la lettera agli Ebrei (11,8 -19) parlando della fede degli antichi padri, presenta la figura di Abramo come colui che “per fede, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava”. Questa è la caratteristica più fortemente descrittiva della figura abramitica: la sua grande fede e il suo abbandono fiducioso in Dio. Anche la lettera ai romani (4,1-25) pone in evidenza la sua capacità collaborativa con Dio.
Abramo ha avuto anche il merito di essere stato il primo e il solo monoteista (credere in un solo Dio) rispetto al politeismo (credere in diverse divinità) ampiamente diffuso al suo tempo. E’ tanto importante la figura di Abramo nella storia della salvezza e nel cammino di fede che in lui si riconoscono le tre grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam. Tutte e tre traggono origine dalla sua figura e dal suo operato tanto da definirsi anche religioni abramitiche.
Abramo è l’uomo della fede, della fiducia in Dio, “Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza” ha superato difficoltà, ha accettato, per fedeltà, ogni richiesta di Dio perciò è uomo giusto, esempio di dedizione e fedeltà a Dio. “Non vacillò nella fede”. Per questo è padre di una numerosa discendenza come gli era stato promesso ed adempiuto da Dio. |