|
||||||||
|
|
|||||||
Per il vangelo è ovvio che noi siamo il sale della terra e la luce del mondo. Una luce che rischiara tutti quelli che sono nella casa. Essa evidenzia le nostre opere buone perché si possa rendere gloria a Dio, Padre che sta nei cieli. Da qui nasce l’impegno a realizzare opere buone. Ma la novità consiste nel fatto che non si tratta di realizzare opere buone per se stesse, ma perché esse dimostrino la gloria di Dio, che facciano parte di una condivisione dell’esistenza con l’indigente. Sono le opere buone che discendono da Dio, il quale vuole condivisione e l’impegno. Ciò significa presentare Dio non con forme esteriori, quali possono essere l’eccellenza della parola o della sapienza, non si tratta di meravigliare qualcuno, ma di farsi carico della crocifissione di Gesù Cristo e di testimoniare con l’umiltà, affinché, come ribadisce Paolo, non si pensi che la sua predicazione è fondata sulla sapienza, umana ma sulla potenza divina. L’agire del cristiano non poggia su ciò che umano, ma su ciò che è divino(Don Leone Calambrogio). |
||||||||