Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la seconda parte dell’anno liturgico: il periodo pasquale. Esso è caratterizzato dalla Quaresima e dal suo centro costituito dalla Settimana Santa con il Triduo pasquale. Seguono poi le altre feste che completano il ciclo pasquale con l’Ascensione e la Pentecoste.Il periodo quaresimale ci chiama alla penitenza, che viene indicata dalla prima lettura tratta da Gioele, dove il profeta ci esorta a ritornare al Signore con tutto il cuore. Perché ritornare al Signore? E’ naturale che con il peccato prendiamo un’altra strada, un’altra via, quindi ritornare sui nostri passi per incontrare il Signore è quanto Egli ci chiede perché lontano da lui l’uomo facilmente imbocca la strada dell’ingiustizia a cui consegue inevitabilmente l’oppressione e la violenza verso gli altri. Il ritorno deve essere vero e sincero e non vuoto e apparente. A Dio non interessa il vuoto e l’apparenza, Egli vuole il cuore e cioè i rapporti veri e sinceri. Tutto ciò è molto più necessario nella nostra società dove effimero, apparenza e vuoto sono abituali.Un altro elemento da considerare nel rapporto penitenziale è quello di guardare Dio e come invita Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. Quasi a dire che la penitenza non è soltanto opera, nostra ma anche di Dio. Lasciarsi riconciliare ci porta a capire che noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori e che per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Questo ci impegna a non essere vuoti e dissennati. “State attenti a non praticare la giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro”. E’ il richiamo alla autenticità e alla verità: con Dio non si può giocare(Don Leone Calambrogio).
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